In questo blog ho sempre cercato di raccontare le mie esperienze. C’è quasi tutto della mia vita degli ultimi anni. Le varie esperienze lavorative presso il multisala di parco de medici, al mc donald’s, il viaggio a Londra, le mie passioni nerd sui film e sul gaming, insomma ci sono io. Ma rileggendomi nel tempo, anno dopo anno, non posso che constatare quanto sia poco cambiata la mia vita. Sono il primo a dire che ci ho messo del mio per non essere arrivato da nessuna parte, ma quando ci si scontra decine di volte sempre con gli stessi problemi c’è una parte di te che si anestetizza. Non si ha voglia di fare niente, neanche cercare lavoro, neanche cercare un’amicizia, una ragazza, niente di niente. E a volte si ha solo bisogno di dormire, di vivere nel mondo onirico con la speranza di non svegliarsi il giorno seguente. “After Dark” di Haruki Murakami racconta la storia di un personaggio femminile di nome Eri totalmente immersa in un sonno profondo, rigetta il mondo, la vita per annullarsi, morire. E’ una forma patologica, asociale, ovviamente estremizzata nel racconto, ma che rende l’idea di un fenomeno sociale molto simile al meccanismo dell’essere Hikikomori. Eppure sono sempre stato una persona piena di energia, ho sempre sognato in grande, mi sono prefissato degli obiettivi da raggiungere, ma inevitabilmente quando si arriva a 30 anni e non c’è nessuna visione di un futuro, le depressioni aumentano e non c’è niente che possa rallegrarti. Eppure le eccezioni ci sono, giorno per giorno, con la giusta attenzione verso la vita, si può recuperare la fiducia persa, il riscatto ce l’abbiamo in pugno sempre, basta solo aprire la mano e scoprire che abbiamo la chiave giusta per il mondo.